Nazionale

Dare voce a ragazze e ragazzi per promuovere la parità di genere

Al Foro Italico si è tenuta la presentazione di 100 esperte per lo sport, iniziativa per incrementare la visibilità dell’expertise femminile. Parla M. Claysset

 

Nato nel 2016 da un’idea di Gi.U.Li.A Giornaliste e dell’Osservatorio di Pavia, con il sostegno di Fondazione Bracco e della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, il progetto “100 donne contro gli stereotipi” ha come obiettivo quello di colmare il divario di genere relativo alla scarsa rappresentazione mediatica delle donne chiamate a intervenire in qualità di professioniste. Da banca dati online contenente i nomi e i CV di esperte di STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics), nel corso degli anni il progetto si è ampliato sempre di più, fino a raggiungere molteplici settori disciplinari, tra i quali l’economia e finanza nel 2017, la politica internazionale nel 2019 e storia e filosofia nel 2021. Solo nel 2023, invece, il database #100esperte ha raggiunto anche l’ambito sportivo.

Mercoledì 29 novembre, presso il Salone d’Onore del Coni a Roma, si è svolta la presentazione dell’iniziativa “100 esperte per lo sport”, che ha visto protagonisti – tra gli altri – Manuela Claysset, responsabile Uisp per le politiche di genere.

“I dati ci fanno sempre riflettere, e se facciamo riferimento a quelli dell'Istat ci accorgiamo che in questi ultimi dieci anni la presenza delle donne nella pratica sportiva è cresciuta in maniera costante, in tutte le discipline. Dobbiamo però soffermarci sul fatto che in questo Paese c’è una percentuale molto alta di sedentari, tra i quali più donne che uomini: un terzo della popolazione, infatti, non svolge nessun tipo di attività. Io credo che trovare la soluzione sia compito di associazioni come la Uisp, che da 75 anni si impegna affinché lo sport venga riconosciuto come un diritto per tutti e per tutte, mettendo in campo azioni che non mirano a portare a casa medaglie, bensì empowerment femminile, riconoscimento e autonomia. La Costituzione dice finalmente una cosa molto importante sulla quale vorrei soffermarmi: la Repubblica riconosce il ruolo educativo, formativo, di prevenzione e di benessere dello sport in tutte le sue forme, e questo aspetto dà spazio a quelle attività che solitamente sono ai margini. Per esempio, ci sono diverse realtà che tutelano le donne consentendo loro di fare sport in luoghi protetti”.

Manuela Claysset ha, inoltre, sottolineato l’importanza di mettere in relazione le esperienze di ragazzi e ragazze, adattando le regole in modo tale da consentire a tutte e a tutti la possibilità di partecipare e promuovendo la scoperta del gioco e la pratica di attività miste.

“Sempre di più i ragazzi e le ragazze ci chiedono di giocare in maniera mista, di avere quindi momenti e occasioni in cui fare attività insieme, e questo è anche un modo per conoscere il corpo dell’uno e dell’altra. Su questo tema voglio lanciare una provocazione: siamo in un momento particolare, focalizzato sul contrasto alla violenza di genere, e io credo che se vogliamo davvero parlare di percorsi sull’educazione all’affettività e percorsi che riguardano la sessualità, lo sport debba avere un ruolo importantissimo, perché ci permette di guardare le persone con occhi diversi. Penso che questa sia davvero una sfida molto interessante”. Una sfida, questa, che va a sommarsi a quella legata al drop-out sportivo: “C’è poi un altro dato che preoccupa tanto: sempre più bambine e bambini abbandonano lo sport, talvolta già a dieci anni, e noi dobbiamo capire insieme cosa fare per arginare il fenomeno. Questo è ciò che si propone di fare un’associazione di promozione di sport sociale come l’Uisp, che cerca di allargare quanto più possibile l'accesso alla pratica sportiva”.

“Quello del linguaggio è un tema molto interessante e utile, non solo nell’ambito del giornalismo e della comunicazione, ma anche per formare chi ha un ruolo all’interno del mondo sportivo, quindi educatori, educatrici e dirigenti, perché a volte persiste un approccio sbagliato. Bambini e bambine devono stare bene nell’ambiente in cui svolge l’attività sportiva, è a questo che noi dobbiamo ambire, anche stringendo un patto educativo con la famiglia, condividendo metodologie, linee guida, esperienze”.

Manuela Claysset ha concluso il suo intervento sostenendo che “dobbiamo capire insieme come far crescere nuovi dirigenti sensibilizzati su questi temi, ma soprattutto dobbiamo dare spazio a ragazzi e ragazze. Io vorrei che il mondo dello sport chiedesse loro che sport vogliono praticare e come costruirlo, tenendo conto di tutte le richieste: lavorare con le fasce dei più giovani per capire con loro come mettere in atto un cambiamento”. (A cura di Arianna Zelli)

All'evento di presentazione è intervenuta anche Monia Azzalini, dell'Osservatorio di Pavia, intervistata poi da Il Sole 24 ore GUARDA IL VIDEO

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